La nascita

Non è del tutto chiaro il significato del termine “casone”, probabilmente il senso più profondo è abitazione di campagna, capanna.
Infatti in epoca lontana era una capanna, un rifugio di paglia, più tardi, dopo lunghe trasformazioni, raggiunse l’aspetto mantenuto fino ad oggi.
Il casone aveva inizialmente una forma conica, poi quadrata o rettangolare ed anche le pareti in muratura.


Nella prima metà del XV secolo, durante il periodo della Serenisssima, i ricchi patrizi veneziani acquistarono nell’entroterra molte proprietà terriere che avrebbero dato loro l’opportunità di arricchirsi.
In tale periodo, inoltre, l’agricoltura si trasformò: non si produceva più per il fabbisogno della famiglia ma per vendere ed arricchirsi.
Vennero inoltre introdotti in tale periodo nuovi semi importati dalle Americhe che diedero prodotti agricoli destinati a diventare tipici di tutta la pianura. Si presentò quindi l’esigenza di sfruttare al massimo la terra.
Vennero perciò bonificate vaste zone paludose e si ottennero irrigazioni naturali per rendere fertile il terreno. Nacque così la necessità di trovare molta manodopera e granai dove riporre i raccolti. I proprietari terrieri offrirono così ai braccianti il terreno per costruire una propria abitazione.
Una casa tutta in muratura era dispendiosa, appariva più conveniente un casone costruito in gran parte dalle stesse persone che lo avrebbero abitato.
Sotto la guida di un esperto, il “casoniere”, grandi e piccoli lavoravano per la realizzazione dell’abitazione.

La natura circostante offriva argilla per i mattoni, erbe palustri o paglia per il tetto, legname per i serramenti.
Le zone in cui si diffusero di più i casoni erano spesso paludose ma bonificate da nobili proprietari o da ordini religiosi come i Benedettini del monastero di S.Giustina a Padova.

I braccianti, pur essendo poveri, cercarono di costruire casoni sempre più funzionali ed accoglienti.
Il casone, così, diventò sempre più bello conservando ben poche tracce delll’antica capanna come la struttura generale ed il tetto di paglia a quattro spioventi molto inclinati.
Il casone raggiunse un suo aspetto stabile verso il XVI – XVII secolo conservato così sino ai nostri giorni.
Nel corso degli anni il numero dei casoni andò diminuendo per la costruzione di case coloniche.
Essi erano destinati al deperimento per la difficoltà nel ripararli, per la quasi scomparsa del mestiere di casoniere e per il desiderio dei contadini di avere una casa più adatta ai tempi.
Si diffuse anche l’idea che molte malattie fossero causate dalla vita disagiata nei casoni.



A torto nacque una specie di rifiuto di tali abitazioni, a ciò si aggiunse anche l’azione fascista che tendeva ad eliminarli e costruire casette rurali. Solo poche famiglie nel corso degli anni preferirono continuare a vivere nel vecchio casone.
Da allora il loro numero è andato diminuendo fino a giungere ad oggi a pochi esemplari in certe zone o all’assenza completa in altre.

Classe v, scuola elementare di Chiarano


PAESAGGI “ANFIBI” DEL VENETO ORIENTALE


Già in epoca romana il territorio veneto di bassa pianura tra i fiumi Livenza e Tagliamento aveva stabili insediamenti umani.
In età veneta si rileva la presenza di casoni lungo i numerosi fiumi e canali e nelle paludi e valli, tali abitazioni appartenevano in gran parte alla comunità peschereccia di Caorle.
Nel tempo si diffusero i commerci, i trasporti fluviali, lo sfruttamento dei boschi e della canna palustre, la pesca sia in laguna che nei corsi d’acqua e la cantieristica.


Molte carte del XVI secolo testimoniano la presenza di casoni col tetto di paglia particolarmente numerosi lungo il basso Livenza e in laguna di Caorle. Erano costruiti su rialzi del terreno detti “mote”.
Lungo i fiumi erano presenti i passo barca, cioè punti dove si poteva traghettare da una sponda all’altra.

In seguito alle grandi bonifiche portate a termine nel primo dopoguerra scomparvero paludi e lagune e i casoni furono quasi completamente sostituiti con ampie e confortevoli case coloniche.


Classe V, scuola elementare di Chiarano

Bibliografia
I casoni Veneti di P. Tieto